Anais Ginori (Roma, 1975). Giornalista, lavora a La Repubblica dal 1999

mercoledì 5 settembre 2012

Prostituzione, le ombre dietro al modello svedese

STOCCOLMA - Camminando nel deserto di cemento di Malmskillnadsgatan, nessuno potrebbe sospettare che fino a qualche anno fa proprio in questa strada ci fosse il più famoso quartiere a luci rosse della città. Niente più squillo né luci al neon. La via di Stoccolma è stata interamente ripulita, il marciapiede è battuto solo dai frettolosi passi degli impiegati dei vicini ministeri oppure dai turisti che si dirigono verso Hamngatan, il grande corso commerciale. Questo è il risultato più evidente del “Sexköplagen”, la legge contro la prostituzione che la Svezia ormai presenta nel mondo come modello.
L'ultimo paese che vorrebbe seguire questo esempio è la Francia. Il ministro per le Pari Opportunità, la giovane Najat Vallaud-Belkacem, ha annunciato di volersi ispirare al “Sexköplagen” per “abolire la prostituzione”. Anche il parlamento europeo ne ha più volte discusso e persino il presidente cubano Raul Castro sostiene di aver pensato di imitare l'approccio svedese. Un cambio di prospettiva che ha fatto epoca. Anziché punire la prostituta, come avviene in gran parte dei paesi, qui si sanziona il cliente. Nel linguaggio asettico della normativa, approvata nel 1999, si prevede infatti di punire i “consumatori” che hanno “acquistato servizi sessuali”. Il ragionamento dei promotori della legge non fa una piega: senza la domanda, non ci sarà più l'offerta.
E' la solita ipocrisia” ribatte Petra Östergren (nella foto), professoressa di antropologia all'unviersità di Lund e autrice di un rapporto che vuole denunciare le ombre del modello svedese. Oltre dieci anni dopo, il bilancio della legge è ancora controverso. Il ministero della Giustizia ha calcolato che la prostituzione nelle strade è diminuita di metà nell'ultimo decennio. In tutto il paese, cifre della polizia, ci sarebbero attualmente meno di trecento sex workers. Un numero contestato da Östergren che ha incrociato gli annunci online e ha intervistato molte lavoratrici del sesso. Secondo l'antropologa svedese la cifra reale è molto superiore. “La legge è solo un modo di nascondere il problema sotto al tappeto” spiega Östergren che, mentre il modello svedese conquista nuovi adepti, sta cercando di diffondere il suo contro-rapporto, tradotto anche in francese e inglese, con lo scopo di “smascherare un'illusione”.
La pulizia di Malmskillnadsgatan potrebbe insomma essere un abbaglio. Pye Jacobsson ha fondato Rose Alliance, un'associazione di sex workers. “Non è possibile fare un paragone con il passato perché lo Stato non ha mai avuto cifre affidabili sulla prostituzione nelle strade” racconta. “Da noi - aggiunge - l'attività all'aperto è stata sempre ridotta per un semplice motivo: fuori fa freddo”. Jacobsson sostiene che, da quando è entrata in vigore la legge, le prostitute sono costrette a lavorare in modo clandestino, in condizioni più precarie e insicure. E' l'effetto paradossale di un norma fortemente voluta da alcune femministe e che doveva in realtà aiutare le donne. “Con un approccio moralizzatore non funzionerà mai” ribatte ancora Jacobsson, fiera del suo lavoro. “Quando dico che non mi sento una vittima mi rispondono che sono soggiogata oppure che rappresento solo una piccola minoranza”.
Il mercato del sesso intanto ha cambiato sede. Si compra e si vende soprattutto su Internet o al telefono. E' la prostituzione 2.0, come scrive nel suo rapporto Östergren, che tra l'altro coinvolge ragazze sempre più giovani. Per i clienti più timorosi è sufficiente andare nel vicino porto danese Frederikshavn per frequentare delle case chiuse, oppure prenotare online alcuni “viaggi organizzati” dalla Svezia verso i paesi Baltici. “Non si può affrontare un problema complesso come la prostituzione con soluzione semplici” conclude Östergren che parla della differenza tra una signora svedese che decide a un certo punto della vita di fare l'escort e una minorenne nigeriana che è in mano alla criminalità organizzata.
E' questa complessità che fa capire rende difficile realizzare davvero l'obiettivo della legge votata nel 1999. Nell'ultimo decennio le multe sono state appena trecento e nessuno è mai finito in carcere. Un anno fa, il governo ha deciso di aumentare la pena da 6 mesi a 1 anno come ulteriore deterrente. Ma al di là delle critiche delle sex workers e di alcune intellettuali come Östergren, resta un largo consenso intorno al “Sexköplagen”. Dal 1999, nessun governo ha mai rimesso in discussione la legge, nonostante i cambi di maggioranza. Dieci anni fa, solo un terzo degli svedesi era favorevole alla normativa. Oggi, secondo i sondaggi, sono due terzi. Un cambio di mentalità e un successo rivendicato dalle autorità pubbliche, anche se ogni tanto suona qualche campanello di allarme. Nel 2010, il dirigente della polizia Göran Lindberg, tra i più convinti sostenitori della “Sexköplagen” è stato arrestato per molestie e stupro di una minorenne. E l'anno scorso, una radio svedese ha deciso per gioco di trasmettere un falso annuncio di servizi sessuali. Il centralino è stato intasato di chiamate.

3 commenti:

  1. Petra Östergren non è professoressa di antropologia all'unviersità di Lund, come lei stessa scrive nella sua pagina internet, è una dottoranda. http://www.petraostergren.com/pages.aspx?r_id=40697
    Le sue critiche al modello svedese sono state smentite:

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    1. Disinformazione sulla legge svedese
      "Sono circolate in ambito internazionale voci infondate sulla legge svedese, spesso sorprendentemente attribuite a una opinionista svedese che si occupa di prostituzione, Petra Östergren e a un suo vecchio pezzo inedito in lingua inglese. Ad esempio, la Sex Worker Education and Advocacy Taskforce (SWEAT) (= Unità di pronto intervento per la formazione e il sostegno della sex worker) ha divulgato nel 2009 le sue osservazioni critiche presso la Commissione di Riforma della legge sudafricana, ma non ha citato alcuna ricerca pubblicata in Svezia. Östergren sostiene, tra l'altro, che "tutte le autorità affermano che non vi è alcuna evidenza che la prostituzione sia complessivamente diminuita" e che "la prostituzione sommersa è probabilmente aumentata". Tuttavia, nessuno dei rapporti citati da Östergren è stato pubblicato più di due anni dopo l'entrata in vigore della legge. I dati precedenti e quelli successivi all'entrata in vigore della legge, così come i dati di confronto con gli altri Paesi Nordici, mostrano che le critiche di Östergren non sono corrette. Inoltre, Östergren sostiene che le donne che esercitano la prostituzione in strada, dopo la promulgazione della legge, hanno dovuto affrontare tempi più duri e, tra l'altro, hanno dovuto far fronte a maggiori richieste di sesso non sicuro e a un maggior numero di clienti violenti. Non stupisce che il rapporto del 2000 del Consiglio Nazionale della Sanità e del Welfare citato da Östergren, secondo l'homepage del Consiglio, "non sia più valido". Già nel 2003 il Consiglio aveva espresso dubbi riguardo tali affermazioni:

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    2. Mentre alcuni informatori parlano di una situazione di maggior rischio, pochi sono dell'opinione che si sia avuto un aumento della violenza. La polizia, che ha condotto un'indagine speciale sulla violenza, non ha trovato alcuna prova di incremento. Altre ricerche e le risposte dei nostri informatori hanno indicato entrambi l'esistenza di uno stretto collegamento tra prostituzione e violenza, indipendentemente da quale legge sia in vigore.
      Inoltre, in un rapporto del 2007, il Consiglio ha osservato che le opinioni delle donne che si prostituiscono variano; ci sono alcune che preferiscono ancora la strada ai ristoranti, ai night clubs, e all' Web. Una donna ha paragonato "i contatti on line" a un "acquisto a scatola chiusa", mentre un'altra ha detto che essi rendono più difficile liberarsi di un cliente indesiderato. Benché Östergren possa aver avuto ragione nell'affermare che alcuni clienti hanno evitato di testimoniare contro i trafficanti per non essere criminalizzati, il rapporto della polizia di Göteborg afferma "di aver ricevuto dai clienti segnalazioni anonime su casi sospetti di tratta degli esseri umani". Inoltre, poche persone al di fuori della Svezia sembrano conoscere il modo in cui Östergren ha selezionato, per un'intervista, il suo campione di 20 donne prostituite cui fa frequentemente riferimento. Vi sono indizi in un libro da lei pubblicato in Svedese nel 2006, in cui Östergren dice esplicitamente di non aver contattato o intervistato "venditrici di sesso" che "avevano avuto principalmente esperienze negative nell'esercizio della prostituzione", ma di aver intenzionalmente ricercato donne che avevano avuto "esperienze completamente diverse", in quanto - afferma- era la prima volta che "venivano ascoltate in Svezia". Analogamente, la sua tesi di dottorato del 2003 riporta le interviste con 15 donne "venditrici di sesso", la maggior parte delle quali "ha una concezione positiva di quel che fa". Così, quando menziona " i colloqui informali e il carteggio con circa 20 sex workers dal 1996", nel suo articolo in inglese, si riferisce evidentemente a persone scelte perché avevano una visione positiva della prostituzione. Ovviamente, avrebbe dovuto informare i lettori che le persone con un atteggiamento critico nei confronti della prostituzione erano state escluse dalle sue interviste. Studiose come Jane Scoular hanno fatto riferimento alle "interviste di Östergren con donne che hanno raccontato di sperimentare maggiore stress e pericolo in strada" dopo l'entrata in vigore della legge del 1998, senza rilevare questa distorsione nella selezione del campione. Nel 2009 Ronald Weitzer ha citato Scoular per sostenere la tesi dell'inefficacia della legge svedese. Anche Janet Halley ed altri autori hanno citato il pezzo inedito di Östergren per supportare la tesi che la legge abbia reso la prostituzione più nascosta e pericolosa. L'ultimo rapporto di inchiesta del governo svedese, naturalmente, ha dimostrato che queste affermazioni sono prive di fondamento.
      Naturalmente, vi è ancora un margine di miglioramento e la legge potrebbe - conformemente al- l'intento che la ispira - essere ulteriormente rafforzata. Finché le vittime non avranno la possibilità di abbandonare la prostituzione, il problema non sarà interamente risolto." (pp.151-153)
      Max Waltman, "Prohibiting Sex Purchasing and Ending Trafficking: The Swedish Prostitution Law" - Michigan Journal of International Law, Vol. 33, pp. 133-157, 2011
      http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=1966130

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